venerdì 16 maggio 2008

Anke gli italiani violentano e violentano proprio le RUMENE

Ragazza romena stupratadentro al call centermentre faceva le pulizieLo stupratore è italiano
Una giovane romena è stata aggredita e stuprata da un 39enne italiano, A. A., che è stato arrestato dagli agenti della mobile. La ragazza, dipendente di una cooperativa di servizi, aveva appena iniziato a fare le pulizie in un call center in zona Vescovio quando è stata aggredita alle spalle da un uomo che, minacciandola con un taglierino, l'ha costretta a subire violenza sessuale. Subito dopo la violenza, la donna ha chiesto soccorso in un bar poco distante dal call center e ha chiamato la polizia. Le indagini, immediatamente avviate dalla Squadra Mobile, hanno consentito di identificare l'aggressore che è risultato essere il convivente della responsabile della cooperativa dove lavora la giovane.Negli ultimi tre anni quasi il 31 per cento delle donne residenti nel Lazio e il 35 per cento nella provincia di Roma ha subito una violenza. Nel 16 per cento dei casi la violenza è di tipo sessuale, nel 18 per cento psicologica e nel sette per cento si tratta di maltrattamenti fisici. Questo lo scenario emerso dalla ricerca "Il fenomeno della violenza sulle donne: un approfondimento sulla situazione del Lazio». Lo studio, finanziato dall'assessorato regionale alle Politiche sociali e dalla presidenza della commissione consiliare Sicurezza e condotto su un campione di 1.100 donne di età compresa tra i 18 e i 70 anni, ha fatto anche uno spaccato della violenze subite: mentre le molestie sessuali vengono agite prevalentemente da estranei (il 57 per cento) in mezzi o luoghi pubblici (47 per cento), i maltrattamenti fisici sono commessi soprattutto da «persone che sono o sono state legate sentimentalmente alla vittima». Per il 34 per cento delle donne, l'aguzzino è il marito o l'attuale fidanzato, per il 18 per cento l'ex partner. Anche nel caso delle violenze psicologiche, l'abuso proviene principalmente da «soggetti appartenenti alla sfera affettiva» (nel 22 per cento dei casi conoscenti, amici o parenti; nel 17 per cento marito o fidanzato). Secondo la ricerca il Lazio «insieme all'Emilia Romagna, ha il primato dei casi di violenza sulle donne» anche se le donne non sempre hanno il coraggio di denunciare. «Siamo stravolte: non assistevamo ad una sequenza di barbarie simili nei confronti delle donne da anni. Lo stupro di oggi (ieri ndr ) a Roma, il tentativo di stupro a Milano (peraltro con la vergognosa indifferenza della gente che assisteva alle urla della ragazza), l'omicidio mostruoso di Niscemi, l'arresto odierno dei due ragazzi accusati di aver violentato in branco una 13enne a Palermo due anni fa. Tutto questo non è da Paese civile». Lo dichiara la presidente di Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli. «Ci indigniamo per il mostro dell'Austria - continua - ma non riusciamo a fronteggiare la violenza delle nostre mura domestiche e delle nostre città contro le donne, le ragazze, le bambine. In questo quadro allarmante in cui le donne sono costrette a vivere nella paura, non c'è un colpevole straniero, italiano, giovane o vecchio, ricco o povero. I casi sono ormai così diffusi e continui che l'unica cosa che possiamo rilevare è una nuova cultura della sopraffazione fisica dell'uomo sulla donna».

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