venerdì 23 maggio 2008

No alla xenofobia governativa

Il Consiglio dei ministri ha approvato il pacchetto sicurezza, contenente norme di contrasto alla criminalità mafiosa, alla delinquenza comune e all'immigrazione clandestina, che diverrà un reato punibile con il carcere. Il pacchetto si sviluppa in un decreto legge, un disegno di legge e tre decreti legislativi -- questi ultimi rispettivamente su richiesta d'asilo, ricongiungimenti familiari e libera circolazione dei cittadini -- e avrà piena attuazione "entro due mesi", dichiara il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a completare il decreto vi è una "dichiarazione di stato di emergenza" che ha l'obiettivo di "fare fronte con rapidità", alla presenza di campi nomadi e accampamenti di immigrati in Campania, Lazio e Lombardia.
La Sardegna per ora non pare essere contemplata in stato di emergenza, anche se in realtà il territorio regionale in questa settimana è scosso da retate degli organi preposti,dopo i controlli agli immigrati di origine senegalese avvenute qualche giorno fa a Cagliai, con diverse notifiche di espulsione e allontanamento dal territorio nazionale, vi sono quelle contro i Rom e i rumeni.
Sappiamo bene che tra i Rom vi sono irregolari ma nel contempo è anche vero che molti di essi sono nati in Sardegna o e in Italia essendo per lo più minori, come a noi tutti è noto le comunità Rom sono oramai stanziali nella nostra Isola dal 1970 ed esiste una legge regionale la Legge Tiziana che tutela la succitata etnia riconoscendola come minoranza.
L’altro giorno, mentre erano in corso le retate verso i rom con elicotteri,mezzi e strumenti delle forze pubbliche, treni e pullman erano zeppi di cittadini rom che cercavano di spostarsi per lo più donne con minori al seguito.
La situazione è a dir poco vergognosa, perché ben sappiamo che la nostra terra è un’isola ed inutile è spostarsi, spostarsi poi con pochi soldi appresso e rischiare i più fortunati di essere fatti scendere alla prossima stazione e di dover proseguire la migrazione forzata con la speranza di trovare un altro mezzo di trasporto.
Noi, come partito riteniamo questa sia una vera pulizia etnica, riteniamo la scelta di questo governo folle e xenofoba, tutto questo a noi ricordano tempi bui di pogrom e persecuzioni razziali
La morsa securitaria verso queste minoranze ci sembra una scelta futile e dannosa ai danni di tutti perché si incita ancora di più l’odio razziale,come testimoniano gli assurdi fatti di Napoli.
Certamente in Sardegna, ai dati del ministero degli interni non riusulta una “invasione” rom o “invasione rumena”, anzi i migranti regolarmente residenti sono davvero pochi, anche perché come abbiamo lamentato più volte in Sardegna esiste un numero altissimo di clandestini sfruttati dal mondo della pastorizia, e, per la particolarissima geografia sarda, facile è eludere i controlli.
Parlando di rumeni, non possiamo dimenticare che essi sono cittadini comunitari dunque per le vigenti norme, essi sono parificati ovviamente ai cittadini italiani, il governo Berlusconi vuole per noi continuare a fomentare una vera e propria caccia al diverso e al più povero per mettere i cosiddetti “ultimi della società” l’uno contro l’altro. Riflettiamo però quanti cittadini rumeni lavorano nei nostri cantieri edili, quante donne rumeni badano ai nostri anziani? Cosa faremo senza di loro? Perché additarli da criminali??
Il nuovo decreto, poi,contempla Il reato di immigrazione clandestina, che prevede il carcere da sei mesi a quattro anni, vuole dunque questo governo continuare a riempire le patrie galere? Sceglie dunque di dunque creare nuovi lager?
Nel decreto sono inserite norme per rendere più facili le espulsioni, nuovi poteri ai sindaci -- che potranno emettere ordinanze "contigibili e urgenti" consentendo alla polizia locale la repressione di reati urbani,In particolare, il provvedimento mira a combattere l'immigrazione clandestina "ampliando i casi di espulsione su ordine del giudice, in caso di condanna penale e prevedendo analoga misura per i cittadini comunitari", sono previsti, inoltre, la confisca degli appartamenti affittati a stranieri irregolari; stop ai matrimoni di convenienza, con l'ottenimento della cittadinanza solo due anni dopo le nozze; pene fino a tre anni per utilizzo di minori ai fini di accattonaggio, con perdita della patria potestà nel caso si tratti dei genitori.
Per noi questi decreti vogliono impiantare in Italia nuove leggi di stampo xenofobo e razziale.
sono stati varati in quanto "esisteva una delega aperta su ricongiungimenti familiari da parte di extracomunitari, status di rifugiato e libera circolazione dei cittadini comunitari".
Sui ricongiungimenti, il governo prevede maggiori restrizioni, fino all'esame del dna. Quanto alla libera circolazione, ha sottolineato il responsabile leghista dell'Interno, i cittadini comunitari dovranno avere un reddito per sé e le loro famiglie "che non obblighi lo stato a metterli a carico del sistema di protezione sociale".
Inoltre, la residenza non verrà più conferita automaticamente dai comuni -- finora bastava l'autocertificazione -- ma solo dopo accertamenti da parte dei sindaci che verificheranno se ci sono i requisiti economici e non. Laddove questi non sussistano, essa potrà essere negata e questo sarà "uno dei motivi imperativi di ordine pubblico che consentiranno l'allontanamento del cittadino comunitario",
Come Partito riteniamo che le politiche che il Governo Berlusconi sta mettendo in atto sono massimamente securitarie e tendono indubbiamente a continuare ad instillare l apaura del diverso, esse possono essere definite come un coacervo e norme propagandistiche che non risolvono sicuramente niente nulla bensì che accrescono sentimenti di paura e di intolleranza, tra i nostri concittadini. Pensare poi che la “clandestinità” diventi un reato penale, punibile dunque con la reclusione, e i CPT, contro cui il nostro partito si è sempre battuto negli ultimi 10 anni, vengono sostanzialmente trasformati in centri di detenzione, luoghi non luoghi ai limiti dell’umanità diventano ora per noi dei veri e propri ocampi di concentramento.
E’ necessario dunque condurre una forte opposizione sociale che parta dal popolo quello della sinistra diffusa, della sinistra ampia oggi non più rappresentata in Parlamento, non possiamo lasciare in mano questa battaglia di civiltà al partito democratico perché dobbiamo essere memori che la legge Bossi Fini è nata sulla Turco Napolitano ed ora gli ultimi decreti sono esclusivamente l’accentuazione di norme comunque previste in entrambe le leggi. Necessita dunque lavorare alacremente con il terzo settore, con le comunità migranti ma soprattutto con uomini e donne per costruire una nuova e forte opposizione dal baso perché l’Italia non è un paese razzista e xenofobo.

Eleonora

mercoledì 21 maggio 2008

proposta ordine del giorno contro le strette SECURITARIE del governo

Proposta Ordine del Giorno Consiglio Provinciale e o comunale
Premesso che:
Le migrazioni sono un dato storico, permanente e strutturale delle società che nessun proibizionismo, nessuna politica restrittiva e repressiva può cancellare.
Attraverso le migrazioni, con un atteggiamento consapevole dei cambiamenti indotti dalle politiche neo-liberiste e dalla globalizzazione, l’occidente può interrogarsi e ricercare i modi di una società non più basata sulla competizione sfrenata e sulla conseguente emarginazione di chi non ha sufficienti mezzi per consumare, ma anzi non possiede né mezzi di sussistenza né la speranza di un futuro possibile.

Tenuto conto che:
La stessa politica securitaria seguita dagli ultimi governi è stata basata sull’evocazione delle emergenze immigrazione e sicurezza ed ha portato ad una ripartizione delle risorse pubbliche di 3/4 in interventi di polizia e solo un quarto di politiche sociali vere e proprie, aggravando l’impatto sociale del fenomeno.

Il clima di insicurezza, così indirizzato, ha alimentato nel Paese una latente mentalità xenofoba e razzista, la quale ha legittimato il Governo Prodi, a seguito dello stupro e dell’uccisione a Roma di Carla Reggiani, da parte di un cittadino romeno, il 31 ottobre 2007 a deliberare provvedimenti straordinari, denominati Pacchetto Sicurezza, diretti specificamente contro cittadini neo comunitari come i romeni .

Le statistiche fornite dal Dipartimento di PS, presenti all’interno del documento politico, fornito dal Ministero dell’Interno, che accompagna lo stesso Pacchetto, testimoniano che il numero degli omicidi dal 1993 al 2006 è passato da 1065 a 621, altrettanto è successo per quanto riguarda furti e scippi, mentre, sempre dalle stesse fonti, le violenze fisiche commesse dai partner sulle donne sono nella proporzione del 62,45, quelle sessuali del 68, 3%.

Il provvedimento così approvato con una seduta straordinaria del Consiglio dei Ministri ha causato reazioni negative di molti paesi europei, ed in particolare messo in difficoltà i rapporti con la stessa Romania.

Lo stesso decreto, denominato Pacchetto Sicurezza, è stato convertito due volte in decreto legislativo per le reazioni che aveva causato nel Paese, e l’ultimo Decreto legislativo n. 32 del 28 febbraio 2008, “Modifiche e integrazioni al decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, recante attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri” è stato poi approvato solo per la parte riguardante i presunti terroristi.

Ricordato che:

La stessa campagna elettorale è servita solo ad evocare il pericolo sicurezza, senza un’adeguata propaganda a favore dell’integrazione sociale sui territori da parte delle forze che ora sono all’opposizione in Parlamento e nel Paese.

Come promesso durante la campagna elettorale, il governo Berlusconi ha già iniziato ad operare per peggiorare le condizioni di vita delle donne e uomini migranti presenti in Italia, prendendo come metro per colpire la debolezza, preannunciando un’uguale politica verso gli italiani deboli.

Il dubbio rapimento di una bambina napoletana da parte di una rom è stata la scintilla dei gravissimi episodi di Napoli, dove campi rom sono stati dati alle fiamme con la complicità di molti cittadini, ed almeno 400 rom o presunti tali sono stato rastrellati dalla Polizia.

Il ministro dell'Interno Maroni, insieme ad altri colleghi, ha provato già a presentare un nuovo decreto sicurezza che si pone due obbiettivi fondamentali.
Chiedere la revisione in senso restrittivo del Trattato di Schengen per limitare la libera circolazione dei cittadini neocomunitari, in particolare bulgari e rumeni.
Introdurre il reato, con arresto, per "immigrazione clandestina", tramutando ovvero in reato penale quella che è finora una sanzione amministrativa.

La realizzazione di questi due passaggi non è stata possibile ancora una volta perché di fronte alle reazioni razziste istillate nella società, le reazioni popolari ed il timore di una spirale incontrollata hanno fatto fare una mezza marcia indietro sul reato di clandestinità.

L’introduzione di quest’ultimo porterebbe soltanto ad un aumento della clandestinizzazione delle persone, ad una maggiore difficoltà a realizzare progetti positivi di inserimento sociale ed economico, ad una maggiore ricattabilità dei migranti la cui "regolarità" è perennemente sottoposta alla spada di Damocle del contratto di lavoro.
Il risultato, lungi dal garantire città più sicure, porterebbe solo a veder crescere il disagio sociale, a riempire i penitenziari e i centri di permanenza temporanea, a intasare le aule di tribunale, a rendere ancora più insuperabile il distacco fra autoctoni, immigrati inseriti, e immigrati da cacciare. A rimetterci sarebbero i più poveri, quelle e quelli condannati al lavoro nero, quelle e quelli che ancora non hanno trovato una possibilità di inserimento socioeconomico.
Un programma che trova il suo contraltare nella direttiva europea che prossimamente potrebbe essere posta al voto del parlamento europeo e che prevede l'allungamento del periodo di detenzione nei cpt - fino a 18 mesi -, la possibilità di fermare, trattenere ed espellere anche minori non accompagnati, il divieto di reingresso per almeno 5 anni. Contemporaneamente saranno rese disponibili maggiori risorse per il pattugliamento e il contrasto in mare all'ingresso e interverranno ulteriori ostacoli per ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato e per avere accesso ai ricongiungimenti familiari.

Questa assemblea impegna ………..

A stigmatizzare e condannare fermamente i pogrom contro i cittadini romeni, bulgari, rom e tutti gli immigrati, e la politica razzista che il governo sta applicando contro soggetti più deboli, prendendo a pretesto fatti parziali e non accertati
Ricorda a questo Governo che il ricorso a provvedimenti parziali e controproducenti come quelli sunnominati, sarebbe ancora più dannosa e contraria alle direttive europee, come più volte viene ricordato al Governo italiano.

Ricorda a questo Governo che questa repressione contro soggetti deboli ed indeboliti, se preannunciasse una uguale politica verso italiani deboli, sarebbe un tragico errore, che dimostrerebbe che non c’è intenzione di governare il vero grave spettro che minaccia il mondo, la fame ed il degrado del pianeta.
A ribadire la fermezza contro qualsiasi criminalità e chi mette a rischio la sicurezza dei cittadini le cui cause non possono essere attribuite all'immigrazione.
A ritenere fondamentale una politica dell'integrazione fondata sulla creazione di forti legami sociali nel territorio tra immigrati e autoctoni ed invitiamo tutti i lavoratori ed i cittadini ad impegnaesi e mobilitarsi contro ogni forma di xenofobia e razzismo.
A proseguire sul territorio la politica in questo senso già portata avanti ed a fornire alle comunità presenti sul territorio ed ai cittadini italiani di nascita gli strumenti per rafforzare le esperienze di integrazione, scolastica, sanitaria, abitativa, lavorativa, per impedire sul nascere anche nel nostro territorio di separatezze, steccati, ghetti.
Ad agire sulle altre amministrazioni provinciali in questa direzione, mettendo in essere politiche che comunichino fra di loro, ed in particolare sollecitare presso la Regione Sardegna la stesura di una legge regionale sull’immigrazione, le cui premesse per altro possono già esistere, ma soprattutto una legge regionale sull’immigrazione che tenga conto delle peculiarità riconosciute dal nostro Statuto e della Costituzione Italiana in materia di autonomia legiferativa.

venerdì 16 maggio 2008

Contro il razzismo

Firma l apetizione al presidente GIORGIO NAPOLITANO
CONTRO OGNI RAZZISMO CONTRO LA PULIZIA ETNICA IN ATTO IN ITALIA
http://www.petitiononline.com/noracist/

Anke gli italiani violentano e violentano proprio le RUMENE

Ragazza romena stupratadentro al call centermentre faceva le pulizieLo stupratore è italiano
Una giovane romena è stata aggredita e stuprata da un 39enne italiano, A. A., che è stato arrestato dagli agenti della mobile. La ragazza, dipendente di una cooperativa di servizi, aveva appena iniziato a fare le pulizie in un call center in zona Vescovio quando è stata aggredita alle spalle da un uomo che, minacciandola con un taglierino, l'ha costretta a subire violenza sessuale. Subito dopo la violenza, la donna ha chiesto soccorso in un bar poco distante dal call center e ha chiamato la polizia. Le indagini, immediatamente avviate dalla Squadra Mobile, hanno consentito di identificare l'aggressore che è risultato essere il convivente della responsabile della cooperativa dove lavora la giovane.Negli ultimi tre anni quasi il 31 per cento delle donne residenti nel Lazio e il 35 per cento nella provincia di Roma ha subito una violenza. Nel 16 per cento dei casi la violenza è di tipo sessuale, nel 18 per cento psicologica e nel sette per cento si tratta di maltrattamenti fisici. Questo lo scenario emerso dalla ricerca "Il fenomeno della violenza sulle donne: un approfondimento sulla situazione del Lazio». Lo studio, finanziato dall'assessorato regionale alle Politiche sociali e dalla presidenza della commissione consiliare Sicurezza e condotto su un campione di 1.100 donne di età compresa tra i 18 e i 70 anni, ha fatto anche uno spaccato della violenze subite: mentre le molestie sessuali vengono agite prevalentemente da estranei (il 57 per cento) in mezzi o luoghi pubblici (47 per cento), i maltrattamenti fisici sono commessi soprattutto da «persone che sono o sono state legate sentimentalmente alla vittima». Per il 34 per cento delle donne, l'aguzzino è il marito o l'attuale fidanzato, per il 18 per cento l'ex partner. Anche nel caso delle violenze psicologiche, l'abuso proviene principalmente da «soggetti appartenenti alla sfera affettiva» (nel 22 per cento dei casi conoscenti, amici o parenti; nel 17 per cento marito o fidanzato). Secondo la ricerca il Lazio «insieme all'Emilia Romagna, ha il primato dei casi di violenza sulle donne» anche se le donne non sempre hanno il coraggio di denunciare. «Siamo stravolte: non assistevamo ad una sequenza di barbarie simili nei confronti delle donne da anni. Lo stupro di oggi (ieri ndr ) a Roma, il tentativo di stupro a Milano (peraltro con la vergognosa indifferenza della gente che assisteva alle urla della ragazza), l'omicidio mostruoso di Niscemi, l'arresto odierno dei due ragazzi accusati di aver violentato in branco una 13enne a Palermo due anni fa. Tutto questo non è da Paese civile». Lo dichiara la presidente di Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli. «Ci indigniamo per il mostro dell'Austria - continua - ma non riusciamo a fronteggiare la violenza delle nostre mura domestiche e delle nostre città contro le donne, le ragazze, le bambine. In questo quadro allarmante in cui le donne sono costrette a vivere nella paura, non c'è un colpevole straniero, italiano, giovane o vecchio, ricco o povero. I casi sono ormai così diffusi e continui che l'unica cosa che possiamo rilevare è una nuova cultura della sopraffazione fisica dell'uomo sulla donna».